IL TRIBUNALE PENALE DI VELLETRI ASSOLVE CON FORMULA PIENA L’INSEGNANTE ACCUSATA INGIUSTAMENTE DAI GENITORI DI ABUSO DELLA FUNZIONE DEI MEZZI DI CORREZIONE NEI CONFRONTI DEI MINORI

Di particolare importanza la pronuncia del Tribunale Penale Monocratico di Velletri nella persona del Dott. Tirone che ieri, dopo la camera di consiglio, e alla fine di un processo durato quasi 5 anni ha assolto con formula piena un’insegnante elementare, accogliendo la tesi difensiva patrocinata dall’Avv. Maurizio Danza del Foro di Roma; il processo a carico dell’insegnante accusato per presunto abuso dei mezzi di correzione educativi puniti dall’art.571 co.1 del codice penale, era basato esclusivamente su un esposto firmato da genitori, nel quale dichiaravano che i bambini avrebbero riferito loro taluni episodi di abuso della funzione educativa da parte del docente .

Il difensore ha dimostrato come l’impianto accusatorio del pubblico ministero basato esclusivamente su prove indiziarie indirette costituite da dichiarazioni dei genitori che riportavano racconti dei bambini, fossero del tutto inverosimili e contraddittorie , poiché nessuno del personale scolastico presente a scuola aveva mai visto o sentito i fatti contestati al docente ; inoltre il difensore ha sottolineato che numerosi genitori firmatari dell’esposto, come hanno confermato nell’esame testimoniale, avevano firmato per solidarietà l’esposto senza avere mai visto o sentito nulla e che altri,  contattati dai promotori dell’esposto, non avevano ritenuto di firmare poiché non risultava loro in alcun modo che l’insegnante avesse abusato della funzione educativa.

Per tali motivi il Tribunale Penale di Velletri accogliendo la tesi dell’Avv. Maurizio Danza,  secondo cui l’ art. 192 co. 2 del c.p.p. ai fini dell’accertamento della responsabilità penale dell’imputato in un processo basato esclusivamente su prove indiziarie e non dirette dei fatti,  richiede che l’esistenza del fatto sia desunto da indizi gravi,  precisi e concordanti , ha assolto il docente con  la formula di assoluzione piena del co.1 dell’art.530 cpp,  perché il fatto non sussiste.

La sentenza-ha commentato l’Avv.Danza alla fine dell’udienza- appare di particolare importanza nel panorama scolastico italiano, poichè testimonia la criticità dei rapporti famiglie-docenti, atteso che le accuse contestate all’insegnante riguardavano anche l’utilizzo di metodi didattici abitualmente utilizzati dagli insegnanti ma contestati dai genitori, e che evidenziano indubbiamente la crisi profonda del patto educativo tra famiglie e scuola.